martedì 30 aprile 2013

Olio di colza come carburante

Voglio continuare il discorso sui Biocarburanti e sui costi e i processi per la loro produzione.
Mi sono informato sui costi degli oli vegetali esausti presso i raccoglitori consorziati con il CONOE (COnsorzio Nazionale Obbligatorio Oli Esausti).
Il miglior prezzo spuntato è di 0.60 €/lt.
Ora, se qualcuno volesse iniziare una produzione di biocarburanti da utilizzare non per autotrazione ma per alimentareo coalimentare, ad esempio, un cogeneratore diesel alimentato partzialmente con SYNGAS (gas di sintesi ottenuto per processo pirolitico da materiale organico), non avrebbe convenienza ad utilizzare oli esausti.
Girellando sul WEB e facendo qualche telefonata ho spuntato un prezzo all'ingrosso per l'olio di colza in fusti da 200 lt pari a 0.52 €/lt.
Strano, vero?
Così, tanto per citare, posto un articoletto del buon Beppe Grillo che, piaccia o meno, contiene una buona dose di verità.
Tornerò in seguito ai processi e ai costi di produzione dei biocarburanti.
Anche il syngas sarà oggetto di approfondimento.
Per inciso, l'azienda con la quale collaboro ha già installato da qualche tempo un impianto sperimentale di produzione di syngas da cippato di legna e i risultati sono oltremodo incoraggianti.
Ma andiamo a Grillo:

"Prima di fare questo discorso occorre una piccola premessa.

Quanto sto per dire danneggia gravemente il ministero delle finanze, inoltre è considerato “truffa” dallo stato.
Se deciderete di mettere in atto quanto NON vi consiglio affatto di fare, quindi, sarete perseguibili e io ovviamente NON vi consiglio di farlo.
Vi spiego semplicemente e nel dettaglio cosa NON fare.
La premessa criminosa è la seguente: quando i motori diesel vennero ideati, non esisteva ancora il carburante che oggi noi definiamo “diesel”.
Non esisteva perché non esistendo i motori diesel, nessuno (escluso il buon Diesel) si era mai chiesto con cosa farli camminare.
Quindi, i primi motori diesel furono concepiti avendo come combustibile degli oli vegetali, come l’olio di semi, l’olio di soia, l’olio di girasole, l’olio di semi vari, e così via.
Sì, proprio così, quelli che usate in casa per friggere.
La domanda è: e i motori di oggi?
La risposta è: idem.
La stragrande maggioranza dei motori diesel (credo potreste avere dei problemi con quelli turbocompressi) è capace di bruciare uno qualsiasi degli oli che si usano in cucina, con l’eccezione dell’olio di oliva (dovreste prima surriscaldarlo, aspettare che decanti il residuo, e poi ossidare alcune sostanze facendoci gorgogliare dell’aria mentre bolle.
Far passare dell’ossigeno dentro un combustibile liquido che bolle non è mai saggio, quindi non lo fate se non vi chiamate Enichem di cognome.
Per di più il numero di esano è alto, quindi il botto lo sentirebbero molto lontano.
Comunque, la notizia che il Resto del Carlino dava oggi è la seguente.
La gente, a quanto sembra , sta iniziando a scoprire l’olio di colza.
L’olio di colza è un oliaccio di merda che le industrie usano per friggere su larga scala, e ha due vantaggi: il primo è che rovina il fegato molto lentamente , il secondo è che costa poco.
Costa poco nel senso che all’ingrosso e nei discount il suo prezzo oscilla tra il 0.45 e i 0.65 euro/litro.
E quindi il Carlino dice che molta gente, “complice il tam tam su internet” inizia a prendere d’assalto i discount per comprare questo olio.
Dopodiché lo si ficca nel motore.
Problemi tecnici?
L’unico problema tecnico è che l’olio vegetale è leggermente più denso degli altri, e quindi potrebbe dare dei problemi all’accensione.
L’ideale sarebbe partire con il diesel petrolifero, e poi iniziare con l’olio di semi vari, o l’olio di colza.
Questo significa che la cosa migliore da fare è testare sul vostro motore quale sia la percentuale massima di olio vegetale che potrete usare.
Prima ne aggiungete il 10% e vedete come va, poi il 20% e vedete come va, poi il 40% e vedete come va, eccetera.
La cosa che dovrete verificare è come si comporta in accensione.
I vecchi motori diesel, quelli non common-rail, quelli con le candelette di preriscaldamento per intenderci, NON hanno alcun problema e ci potrete cacciare dentro quanto olio vegetale volete. Quelli common rail invece vanno verificati come dicevo prima, aggiungendo lentamente percentuali sempre più alte di olio vegetale.
Non sarebbe stranissimo se riusciste anche voi, come la maggior parte, ad aggirarvi sul 75% - 80%. L’olio di semi, l’olio di colza, possono costare anche 0.45-0.50 al litro. Il diesel…
Tutto qui, direte voi?
No, non è tutto qui.
Perché lo stato considera questa cosa una truffa, cioè un reato.
Se voi, cioè, comprate legalissimamente un litro di olio di colza e anziché friggerci i calamari lo infilate nel serbatoio del vostro diesel per lo stato state compiendo un reato che è truffa, perché state evadendo la tassa che c’è sui carburanti.
Non importa il fatto che l’automobile sia VOSTRA e anche l’olio sia VOSTRO e quindi ci fate quel che volete.
Lo stato dice che nel momento in cui diventa carburante , qualsiasi cosa debba pagare delle accise.
Quindi nel momento in cui io sbatto, che so, il resto del carlino nella stufa, sto compiendo una truffa perché il resto del carlino NON paga l’accisa sui carburanti ad uso domestico.
Allora, qual è il problema?
Il problema è che il Carlino vorrebbe dare la notizia, come la voglio dare io, mentre lo stato (che teme che la gente sappia come truffarlo) non vorrebbe.
E così, i giornalisti sono minacciati di denuncia, per istigazione a delinquere, qualora dicessero che tale operazione sia possibile, e che tale operazione sia vantaggiosa.
Quindi, mi adeguo.
Allora, con questa operazione il diesel lo pagate dai 0.45 ai 0.65 euri al litro.
Siccome il diesel petrolifero , come è noto, costa MENO di così, allora l’operazione è svantaggiosa.
Allo stesso modo, bruciare olio di colza inquina zero.
Inquina zero perché siccome il bilancio chimico di una pianta è nullo, il CO2 che buttate nell’atmosfera è lo stesso che la pianta ha assorbito per crescere, e il bilancio per il pianeta è nullo.
Le misurazioni poi mostrano come il tasso di zolfo sia pressoché nullo, e le polveri sottili siano la metà del diesel petrolifero.
Siccome inquinare è BELLO, allora ovviamente (in ottemperanza alle leggi vigenti) devo dirvi che usare l’olio di colza è SBAGLIATO perché rispetta l’ambiente, cosa che , come sappiamo tutti, non è giusto fare.
Come se non bastasse, l’olio di colza ha un numero di esano leggermente (il 3%) migliore rispetto al diesel petrolifero, ovvero il vostro motore non solo durerà di più, ma avrà una resa migliore e brucerà meno combustibile.
E questo, come ci insegnano le vigenti leggi, è MALE, perché dire il contrario sarebbe istigare alla truffa.
La stessa cosa vale per l’olio di canapa, che è ancora migliore rispetto ai precedenti due.
Errata corrige: trattandosi di truffa contro lo stato, è ancora PEGGIORE.
Sporca di meno, mentre noi tutti sappiamo che inquinare è BELLO, rende di più, e non c’è bisogno che vi elenchi le insidie del risparmo (pratica immonda e scellerata) e, come se non bastasse, è una sonora mazzata nei coglioni a Siniscalco, la persona in Italia le cui gonadi stanno più a cuore a tutti noi.
Guardatelo: i suoi occhioni profondi, quello sguardo languido e sensuale, l’espressione viva e intelligente: come pensate di dare un dispiacere ad un “piezz’ècore” del genere?
Quindi, vi esorto a NON piegarvi a queste diaboliche pratiche consistenti nel risparmiare (vade retro, satana!) soldi mettendo (coprite gli occhi alle vostre figlie) olio di colza nel serbatoio della vostra automobile diesel (che Siniscalco mi perdoni, l’ho detto!), risparmiando per di più di inquinare il pianeta (che come sappiamo invece necessita di dosi crescenti di inquinamento.
La colza danneggia gravemente Siniscalco.
Aut min conc.
Fate finta che ci sia anche un bell rettangolo color nero “annuncio funerario” attorno, come nelle sigarette.
Come mai dico questo?
Dico questo non perché sia una novità’, ma perché è una di quelle notizie che non si dovrebbero far circolare, e che sui giornali non trovano spazio.
Motivo evidente: contate il numero di pubblicità di aziende che fanno carburanti, e il numero di pubblicità di aziende che fanno olio vegetale, e scoprirete il perchè.
Siccome in USA c’è un dibattito sul potere dei blog, mi piacerebbe fare un test: vedere quanto si diffonde una notizia (sebbene già nota a molti) in barba alla censura industriale che vige sui giornali, e che usa il ricatto “non faccio più pubblicità sul tuo giornale se non dici cosa voglio io”.
Quindi, se vi va, e avete un blog, replicate o linkate questo articolo, o dite le stesse cose con parole vostre.
Non so perchè, ma a me Siniscalco non fa tanto sesso.
In generale, comunque, oltre all’olio di colza e a quello di canapa che sono gli ideali, vanno bene anche l’olio di semi di girasole, quello di semi vari, quello di mais.
L’unica discriminante è il costo al litro, il che esclude l’olio di oliva, oltre ai problemi legati alla densità.



Il signore che ha autoprodotto il biodiesel ha appena commesso un reato che prevede come pena anche l'arresto.

giovedì 25 aprile 2013

IL BIODIESEL

Vorrei iniziare a parlare un po' del biodiesel.
La Comunità Europea ha stabilito con la COMMISSION DECISION of 30.6.2009
establishing a template for National Renewable Energy Action Plans under Directive
2009/28/EC quanto carburante da fonti rinnovabili dovrà essere prodotto dagli Stati membri entro il 2020. Probabilmente si tratta di uno dei pochi campi in cui c'è ancora molto da fare e su cui dirottare le competenze di giovani ricercatori.

  
 
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ%3AL%3A2009%3A182%3A0033%3A0062%3AIT%3APDF
Intanto voglio pubblicare il resoconto di una produzione domestica di BIODIESEL scritto da un amico ingegnere:
Prima di tutto attenzione al metanolo , forma miscele esplosive in un ampio range ( dal 7 al 44% di volume in aria). Inoltre è da evitare l’esposizione prolungata , tende ad accumularsi nel nervo ottico provocando cecità . Il metanolo l’ho comprato da …............. (circa tre anni fa costava circa 2€/lt) lo vendono anche a privati ma in scatole contenenti bottiglie di plastica da ½ lt . Ho fatto le preparazioni per un periodo di circa 4 mesi utilizzando : - taniche da 25lt per la raccolta dell’olio nelle friggitorie ( bisogna conoscere persone fidate, altrimenti non lo danno , esiste il CONOE ) - un contenitore metallico della capienza di circa 40lt , con rubinetto sul fondo (se il fondo fosse conico sarebbe meglio ) - una bottiglia in vetro da 5lt per la preparazione del metossido di sodio Una volta filtrato l’olio , portarlo ad un temperatura non superiore ai 50° (attenzione perché il metanolo bolle a 64°C) , nel frattempo che l’olio si scalda (io svuotavo la tanica da di olio da 25lt in una sorta di pentolone poggiato sopra un fornello elettrico), nella bottiglia da 5lt preparavo il metossido di sodio con 2,5lt di metanolo e una quantità di soda caustica (in scaglie in modo da non introdurre acqua). La quantità di soda da usare dipende dal grado di acidità dell’olio che andrebbe anch’esso misurato , non so bene come , io usavo dai 7 ai 15gr. Quando la soda si scioglie,agitando, nel metanolo, il liquido che ne risulta diventa biancastro , la reazione è leggermente esotermica per cui si scalda un po’ ). Una volta che l’olio era a temperatura , spegnevo il fornelletto , quindi univo il metossido all’olio e tenevo in agitazione per circa 30min con un coperchio a tenuta con montato un trapano elettrico con regolazione di velocità ed un miscelatore per vernici. Passati i 30min c’è da aspettare un paio di ore in modo che la glicerina che si è formata si depositi sul fondo, quindi, aprendo il rubinetto, facevo defluire la glicerina dentro le bottiglie di plastica che precedentemente contenevano il metanolo (se tutto è andato bene il volume di glicerina è circa uguale al volume di metanolo usato); è importante fare questa operazione quando la temperatura non è inferiore ai 30° altrimenti la glicerina tende a solidificare. Come ultima fase , per rendere il ph del biodisel neutro usavo acido cloridrico al 33% aggiungendolo in piccole quantità ( con una siringa senza ago ) mescolando e controllando con la cartina al tornasole , fino a neutralizzare le tracce di soda in soluzione. Dopo questa fase bisognerebbe centrifugare per eliminare tutta la glicerina che dopo la fase di decantazione rimane in sospensione. Io non l’ho fatto perché non avevo una centrifuga. Adesso ho la centrifuga ma non ho più lo spazio per fare le preparazioni e comunque avevo sospeso perché fare preparazioni da 25lt non è economicamente vantaggioso ( 5€ di metanolo + almeno 4h di lavoro tra raccolta olio e tempo per la preparazione ). Per rendere il procedimento vantaggioso bisognerebbe fare delle preparazioni di un certo volume e comunque il problema più grande rimane quello legislativo ( sono previsti fino a 3 mesi di reclusione ); i signori del petrolio se lo parano bene il culo !! Comunque io una bella soddisfazione me la sono tolta , oltre tre mesi senza fermarmi da un distributore !! Ho percorso circa 15000 km con la mia passat variant TDI (anno 2000) che ancora uso quotidianamente (sono quasi à 400000km ) . Durante la prova ho usato esclusivamente il carburante da me prodotto , senza cioè miscelarlo con diesel normale. Alla fine del periodo di prova ( il motore aveva circa 300000 ) ho fatto smontare la pompa ad iniezione perché si erano rotte delle molle in acciaio, ho rilevato che all’interno della pompa, sulle pareti interne del corpo pompa, c’era qualche piccolo deposito di glicerina mentre le molle in acciaio che si erano rotte non presentavano segni di attacchi chimici . A livello di resa ( lt di carburante ogni 100km ) non ho notato differenze rispetto al diesel normale , mentre a livello di potenza resa dal motore ho avuto qualche preparazione che mi ha dato qualche problema (un procedimento a mano non può certo garantire una qualità costante; bisognerebbe automatizzare la procedura. Per il resto è stata una grande soddisfazione . Il fumo dal tubo di scarico era sempre assolutamente incolore anche affondando l’acceleratore l’unico inconveniente che non sono riuscito ad eliminare è che quando scendevo dalla macchina sembrava sempre di aver parcheggiato vicino una rosticceria !!
 

mercoledì 24 aprile 2013

PROGETTO IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE DI AGENZIA BANCARIA

Progetto di impianto di climatizzazione e ricambio aria di una agenzia bancaria.
Pompa di calore aria/acqua con condensatore remoto; unità ventilconvettive di tipo "Cassette"; recuperatori di calore a flussi incrociati.








domenica 21 aprile 2013

Impianto di climatizzazione di un piccolo supermercato

L'impianto prevede dei sistemi VRV e un impianto di ricambio aria con recupero del calore.


Collegamenti frigoriferi

Distribuzione aeraulica

Particolare estrazione aria servizi

Caratteristiche apparecchiature

Schema collegamenti frigoriferi tra le unità

Schemi elettrici di collegamento

Particolari costruttivi

venerdì 5 aprile 2013

martedì 2 aprile 2013

GLI IMPIANTI DI ASPIRAZIONE E FILTRAZIONE

Gli impianti e le attività che producono emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti sono soggetti alle prescrizioni indicate nel D.L.gs. 152 del 3 aprile 2006 Parte V (prevenzione e limitazione delle emissioni in atmosfera di impianti e attività) e successive modifiche (D.Lgs del 29 giugno 2010).
Per impianto si intende (art. 268 comma h) del D.L.gs. 152/06) il macchinario o il sistema o l’insieme di macchinari o di sistemi costituiti da una struttura fissa dotata di autonomia funzionale in quanto destinato ad una specifica attività; la specifica attività a cui è destinato il macchinario può costituire la fase di un ciclo produttivo più ampio”.
In questo senso anche gli impianti termici civili ricadono nell’ambito di applicazione del decreto.A seconda del tipo di impianto e della natura dell'emissione in atmosfera, laddove la normativa preveda un intervento per ricondurre le concentrazioni di inquinanti entro i limiti, è necessario progettare ed installare un sistema di abbattimento tale da garantire la trattenuta e la raccolta per successivo smaltimento delle molecole nocive. Esistono diverse tipologie di sistemi di abbattimento, ognuno indicato per utilizzi specifici: filtri a carboni attivi, filtri a maniche, filtri a cartucce, filtri a scrubber, filtri rotativi, ecc...
Qualora sia necessario realizzare degli interventi (nuova installazione, trasferimento, modifica, modifica sostanziale) il gestore è tenuto a presentare all’autorità competente che può essere la regione o la provincia autonoma o la diversa autorità indicata dalla legge regionale quale autorità competente al rilascio dell’autorizzazione alle emissioni e all’adozione degli altri provvedimenti previsti dal decreto.
Il gestore che intende installare un impianto nuovo o trasferire un impianto da un luogo ad un altro (art. 269 del D.L.gs. 152/06) presenta all’autorità competente una domanda di autorizzazione, accompagnata dal progetto dell’impianto in cui sono descritte la specifica attività a cui l’impianto è destinato, le tecniche adottate per limitare le emissioni e la quantità e la qualità di tali emissioni, le modalità di esercizio e la quantità, il tipo e le caratteristiche merceologiche dei combustibili di cui si prevede l’utilizzo, nonché, per gli impianti soggetti a tale condizione, il minimo tecnico definito tramite i parametri di impianto che lo caratterizzano, e da una relazione tecnica che descrive il complessivo ciclo produttivo in cui si inserisce la specifica attività cui l’impianto e’ destinato ed indica il periodo previsto intercorrente tra la messa in esercizio e la messa a regime dell’impianto.
Il gestore che intende sottoporre un impianto ad una modifica, che comporti una variazione di quanto indicato nel progetto o nella relazione tecnica presentata al momento della costruzione o per il rilascio di autorizzazioni esistenti, anche relativa alle modalità di esercizio o ai combustibili utilizzati, ne dà comunicazione all’autorità competente o, se la modifica e’ sostanziale, presenta una domanda di aggiornamento.
Per modifica sostanziale si intende quella che comporta un aumento o una variazione qualitativa delle emissioni o che altera le condizioni di convogliabilità tecnica delle stesse .Qualsiasi modifica è comunque da considerarsi modifica sostanziale in presenza di sostanze cancerogene, tossiche per la riproduzione o mutagene o di sostanze di tossicità e cumulabilità particolarmente elevate, come individuate dalla parte ll dell’Allegato l alla parte quinta del D.L.gs. 152/06.
Di seguito alcuni esempi di impianto:

Filtro a carboni attivi con cartucce toroidali
Tipo abbattimento: letto sottile di carboni attivi a cilindretti, con cartucce toroidali;
Dimensioni cilindretti: Diam. 3-4 mm;
Prefiltrazione: filtri a celle ondulate efficienza G4 + filtri a tasche rigide efficienza F7;
Tipologia inquinante: emissioni di solventi e particelle di vernice;
Applicazione: Cabine di verniciatura, deodorizzazione, utilizzo inchiostri a base alcolica, cabine di resinatura;

 
Depolveratore a cartucce/maniche
Tipo abbattimento: cartucce filtranti con lavaggio in controcorrente;
Pressione aria compressa di lavaggio: 6 bar;
Modalità di lavaggio: geti di aria compressa in controcorrente gestiti da sequenziatore;
Prefiltrazione: filtri a celle in maglia metallica o preseparatori ciclonici;
Tipologia inquinante: depolverazione di polveri sottili;
Applicazione: Cabine di carteggiatura, falegnamerie, asportazione di trucioli, lavorazioni meccaniche, granigliatura-sabbiatura, taglio lana di roccia e materiali minerali, ecc...;

 

Filtro a carboni attivi, setti filtranti
Tipo abbattimento: letto spesso di carboni attivi a cilindretti, con riempimento di setti filtranti;
Dimensioni cilindretti: Diam. 3-4 mm;
Prefiltrazione: filtri a celle ondulate efficienza G4 + filtri a tasche rigide efficienza F7;
Tipologia inquinante: emissioni di solventi e particelle di vernice;
Applicazione: Cabine di verniciatura automatiche o manuali, deodorizzazione, utilizzo inchiostri a base alcolica, cabine di resinatura;
 
ESEMPI DI APPLICAZIONI DEI SISTEMI FILTRANTI:
 
 

Cabina applicazione sigillante
Tipo emissione: solventi da applicazione di sigillante;
Installazione: industria aeronautica;


Cabina verniciatura statori
Tipo emissione: solventi da applicazione manuale di vernice;
Installazione: industria energetica;

Impianto verniciatura componenti treni
Tipo emissione: solventi da applicazione automatica vernice;
Installazione: industria ferroviaria;


Tunnel Fosfosgrassaggio

Tipo emissione: evaporazione di acqua da applicazione automatica soluzione sgrassante a base di soda;
Installazione: industria metallurgica;