giovedì 14 luglio 2011

Contatore unico o doppio contatore negli impianti di climatizzazione

Lo spunto viene da un articolo di Ugo Palmacci apparso su Casa&Clima n° 23 – WWW.CASAECLIMA.COM – dal titolo “ Pompe di calore elettriche, meglio il doppio contatore” che, per chi non abbia voglia di cercarlo, si riassume brevemente.
L'utilizzo per il riscaldamento residenziale delle pompe di calore viene limitato dal costo dell'energia elettrica e dal sistema di contabilizzazione dei consumi da parte dei gestori.
Traducendo in soldoni: esiste un limite minimo di consumo per gli usi domestici pari a 2640 kWh/anno; di questi 1800 kWh hanno un costo di circa 10 centesimi, da 1800 a 2640 kWh circa 14 centesimi, da 2640 a 4440 il costo sale a poco meno di 20 centesimi e oltre la soglia dei 4440 il costo è di oltre 26 centesimi.
Questi costi unitari vanno maggiorati di IVA e balzelli vari.
Il concetto di base è corretto, chi più consuma più paga proteggendo le fasce più deboli che consumano meno.
I gestori, considerando gli utenti alla stregua di limoni da spremere, contabilizzano “pro quota giorno” - come lo definisce il maggior distributore nazionale - per cui tutti i consumi “voluttuari” (cioè eccedenti i 12 kWh/giorno) come il riscaldamento con le pompe di calore, un piatto di pasta al forno o una lavatrice in più finiscono inevitabilmente per essere contabilizzati alle tariffe più alte e fino a 30 centesimi per kWh.
Tutto questo tenendo conto che la climatizzazione con le pompe di calore viene considerata “da fonte rinnovabile” come stabilito dalla Direttiva 2009/28/CE emanata il 23 Aprile 2009 dal Parlamento e dal Consiglio europeo sulla promozione dell’uso dell'energia da fonti rinnovabili.
Ovviamente nessuno delle Autorità e dei Garanti – bravissimi a garantire soprattutto se stessi – trova nulla da ridire.
Ma tant'è e bisogna cercare di porre in qualche modo rimedio.
Esiste la possibilità di installare un contatore per “usi diversi” come stabilito dalla Autorità per l'Energia e per il Gas con delibera 30/2008, comma 5.2,che modificava la delibera 348 del 2007, introduce la possibilità di un secondo contatore ” nel caso di utilizzo di un impianto in pompa di calore “In deroga a quanto previsto dal comma 5.1, per le utenze domestiche in bassa tensione, con potenza disponibile fino a 3,3 kW, può essere richiesta l’installazione, di un secondo punto di prelievo destinato esclusivamente all’alimentazione di pompe di calore per il riscaldamento degli ambienti, anche di tipo reversibile”.
Il costo è fissato in una tariffa unica di poco superiore ai 13 centesimi per kWh e però gravato da una Quota fissa tripla rispetto alle utenze domestiche e da un Costo potenza nettamente superiore.
Ugo Palmacci fa un raffronto tra un unico contatore con potenza impegnata di 7,5 kW e doppio contatore con potenza impegnata di 3kW per uso domestico e 6 kW per usi diversi.
Il risparmio raggiunge anche il 27%.
Si è voluto verificare il raffronto con l'unità abitativa considerata nell'articolo di questo blog relativo alla convenienza delle pompe di calore rispetto alla tradizionale caldaia a metano.
In pratica nella nostra unità abitativa e per i consumi ipotizzati c'è un sostanziale pareggio tra il contatore singolo e il doppio; il risparmio è del 6% circa ma bisogna considerare gli oneri di allaccio quantificabili in poco meno di 600 Euro.
Il pareggio di costo tra le due tipologie si ha per un consumo annuo di 4600-4700 kWh, il risparmio diventa invece consistente e appetibile per consumi maggiori.




<a href="http://www.ncwork.net/directory-gratis/" title="directory gratis" target="_blank">Directory Gratis</a>

Nessun commento: